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Ungaretti poeta e soldato
Il Carso e l'anima del mondo. Poesia pittura storia

a cura di Marco Goldin

cartonato, cm 29 x 25
pp. 530
illustrazioni a colori: 304

Saggi di Marco Goldin, Alessandra Martina, Paolo Ruffilli, Maurizio Cucchi, Nicola Labanca, Lucio Fabi, Francesco Goldin, Alessandro Del Puppo.

Con le dichiarazioni di Laura Barbarini, Graziella Da Gioz, Franco Dugo, Giovanni Frangi, Andrea Martinelli, Matteo Massagrande, Francesco Michielin, Cesare Mirabella, Alessandro Papetti, Franco Polizzi, Francesco Stefanini, Alessandro Verdi.

Poesia, storia, pittura, testimonianze passate e presenti: sono gli elementi che compongono questo libro, tutto raccolto tra gli anni 1910 e 1920, anni cruciali per la storia dell'Italia con la devastazione della Prima guerra mondiale, ma anche per le vicende di uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, Giuseppe Ungaretti. Ungaretti, che proprio nel periodo del conflitto, dalla sua postazione nelle trincee del Carso, scrive con urgenza le sue prime, meravigliose poesie pubblicate nel 1916 in 80 copie a Udine nel libretto intitolato Il porto sepolto, la cui prima edizione è riprodotta integralmente in questo libro in forma anastatica.

Una testimonianza lucida, amara, ma anche ricolma di amore per la vita e per gli uomini; la testimonianza di un grande poeta ma anche di un uomo che vive l'esperienza della guerra come soldato; per questo i saggi presenti nel libro si occupano dell'aspetto critico e letterario delle poesie, ma inseriscono anche la figura di Ungaretti nel contesto storico del tempo con una ricostruzione ampia e particolareggiata degli anni del conflitto.

Il Carso, scenario fondamentale per la vita del poeta e per la storia dell'Italia in guerra, è l'altro grande protagonista del libro, con i suoi monti, i suoi paesi, il suo fiume Isonzo. Territorio martoriato dalla guerra, è anche un luogo che ha saputo rinascere dalla devastazione e dalla desolazione e nel 1966 quando Ungaretti, per la prima volta dalla fine del conflitto, vi ritorna in occasione di una manifestazione a Gorizia, è un luogo rigoglioso; come nota il poeta, «è incredibile, oggi il Carso appare quasi ridente». E all'altopiano calcareo del Carso è dedicato un saggio specifico, che è il racconto della morfologia di un territorio estremamente antico nelle sue formazioni geologiche, regione di transizione e di confine; ma «di un confine che è passaggio, ponte, incrocio, non certo divisione, non certo linea netta di demarcazione».

Conclusa questa prima parte storico-letteraria si apre la parte, larghissima, sulla pittura. Soprattutto, anche se non solo, con dodici pittori di oggi che, dopo una visita nei luoghi del Carso, hanno raccontato nelle opere raccolte nel libro la loro personale interpretazione del poeta e del territorio, offrendo una straordinaria testimonianza a colori che fonde il presente con le tracce del passato nel nome della bellezza e dell'arte.

Infine, con un'ampia sezione dedicata ai quadri di artisti delle Venezie, e di ospiti esterni come Boccioni e Casorati, insieme alle sculture di Arturo Martini. Artisti che operarono nel periodo in cui Ungaretti viveva l'esperienza della guerra e scriveva le sue prime poesie, e che descrivono la situazione dell'arte nel territorio negli anni dieci del Novecento.


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